“La sua opera originale nasce dalla fusione di canoni del passato e di esigenze moderne. – ha scritto con acutezza Camillo Barbera, illustrando l’opera di Piero Brigoli – Coraggiosamente ripropone l’attualità, la necessità di una visione poetica delle cose. Il dramma umano è visto dal pittore in termini religiosi: e questo, spiega la preferenza, l’attrazione che Piero Brigoli prova per quel dramma umano e religioso per eccellenza che è la passione di Cristo”.
Il Comune di Corzano e la Biblioteca comunale, con i patrocini della Provincia di Brescia e dell’Associazione Terre Basse, in collaborazione tecnica con Stile mostre – partnership fra la rivista Stile arte e Fondazione Dominato Leonense di Leno (Bs) – presentano la mostra PIERO BRIGOLI (1921-1987), LE ANIME DEI CAMPI e le iniziative culturali ad essa collegate.
La mostra sarà aperta dal 10 al 25 maggio 2008, presso la nuova biblioteca del Comune di Corzano (Bs).
Dalle opere pittoriche dell’artista bresciano – in buona parte dedicate a una lettura del rapporto tra uomo e natura, filtrato attraverso la fede – sarà possibile muovere lungo un percorso di senso per comprendere la cifra antropologica, tra materia e spiritualità, che contrassegnava, prima dell’avvento della società industriale, le nostre campagne. Un approfondimento sarà possibile attraverso il catalogo e un video che illustreranno la vita e le opere di Brigoli.
Nonostante abbia vissuto gran parte della sua vita a Brescia, dove è scomparso nel 1987 all’età di 65 anni, Piero Brigoli non ha mai sciolto il legame con la terra natia, tanto da considerarsi un artista molto attento ai valori della campagna bresciana. Era nato il 18 dicembre 1921 a Corzano. I genitori facevano gli osti, gestendo una piccola trattoria in paese. Ma quella non era la strada di Piero, sempre incline ad osservar libri, grande amante del disegno. A poco più di dieci anni, ecco la svolta segnata da un dipinto realizzato dal bambino, un Cristo, che avrebbe segnato la sua strada, sia sotto il profilo dell’espressione che nell’ambito di un’attenta osservazione della religiosità, che sarebbe tornata nei suoi dipinti con frequenza: ecco allora le processioni, il rapporto tra gli uomini, Dio e il paesaggio, e quel senso di sacralità che è cifra peculiare dei suoi quadri.
Gli insegnanti, resisi conto della nette inclinazioni di Piero al disegno e alla pittura, ne avevano assecondato la preparazione, fino all’iscrizione all’accademia di Brera. Concluso il percorso formativo era passato all’insegnamento. Nel 1952 aveva sposato l’amatissima Clara, “la mia bella castellana” diceva con orgoglio l’artista, giacché Clara abitava in un’ala dell’antico maniero di Corzano. Il paese d’origine restò sempre nel suo cuore. Fonte di ispirazione, luogo del ricordo. E quel mondo finiva per trovare sempre uno spazio eloquente nei dipinti da cavalletto quanto negli affreschi realizzati in edifici di culto a Iseo o nella chiesa di San Vigilio di Rogno.
Da un lato, quindi, l’insegnamento (prima ad Orzinuovi, poi a Breno, quindi a Brescia dove nel frattempo la famiglia si era trasferita), dall’altro la libera espressione della propria creatività. Il 1965 è l’anno di una grave crisi, legata alle conseguenze di un ictus che gli avrebbe per lungo tempo impedito di tornare alle tele. Cercava comunque di proseguire nell’ambito dell’espressione grafica, lavorando con il pirògrafo su tavolette di legno. Poi,. lentamente la ripresa, e il pieno ritorno alla pittura.
La carriera dell’artista è stata caratterizzata da numerosi appuntamenti espositivi in Italia e all’estero, tra i quali ricordiamo la mostra, con Lusetti, delle proprie opere in Francia. Piero Brigoli è morto improvvisamente la sera del 22 febbraio 1987, in una giornata di felicità, dopo l’inaugurazione delle vetrate della chiesa del Prealpino, da lui disegnate.
Resta di lui un ricordo dolce, caratterizzato da un’apertura ai temi metafisici.