Quando si parla di ricordi del passato, la mente solitamente vola a tutte le emozioni e le sensazioni provate tra i banchi di scuola. Quando c’era un solo insegnate e non c’erano tutti i libri di adesso: soltanto il libro di lettura, l’abecedario, il libricino delle tabelline ed il sussidiario. Quando la maestra in classe faceva fare tutto, anche ginnastica e i giochi.
Quando non si usavano gli zaini, ma le cartelle simili a valigie di pelle. Quando gli alunni leggevano un libro intitolato “Semenza d’oro”, che insegnava a leggere, ma anche a diventare contadini, ed ogni bambino aveva anche una lavagnetta che serviva per scrivere i compiti in “brutta”.
Quando la figura della maestra era sovrana, le classi erano divise tra maschi e femmine e la disciplina era una regola: tutti in fila ordinati. Quando non c’era la biblioteca scolastica e la maestra, che teneva in classe tanti libri, permetteva agli scolari di leggerli e -se si comportavano bene- portarli a casa da leggere. Quando, per scaldarsi, ogni classe aveva una stufa e tutti i giorni i bambini portavano la legna per accenderla e riscaldarsi.
Per non dimenticare queste emozioni, Fondazione Dominato Leonense organizza in Villa Badia a Leno la mostra “Ricordi di scuola. La scuola nella Bassa Bresciana dagli anni ‘30 agli anni ‘70”, che sarà aperta domenica 3, 10 e 17 dicembre dalle 14.00 alle 18.00.
Un viaggio nel tempo e nella memoria, per raccontare l’evoluzione della scuola italiana affidandosi ad oggetti ormai dimenticati come quaderni, registri, pennini, cartelle ed anche un banco in legno massello degli Anni 30. Fotografie ed oggetti che raccontano un “piccolo mondo antico”, un’altra scuola, figlia di un’altra società.
L’ingresso alla mostra, realizzata grazie al lavoro di Lucio Rizzi ed Emilia Marazzi, è gratuito.
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