All’Istituto Superiore V. Capirola di Leno, giovedì 3 marzo 2016 si è tenuto un incontro con Andrea Devicenzi, atleta paralimpico e mental coach. Tappa del 3° giro d’Italia Formativo, Devicenzi porta avanti Progetto 22 durante il quale incontra gli alunni delle scuole superiori di tutta Italia portando la sua esperienza e i 22 valori che hanno caratterizzato la sua vita. Nel 2016 ha già toccato le scuole della Sicilia prima di arrivare in Lombardia, e terminerà il “giro d’Italia” la prossima settimana in Sardegna.
Quando sono entrata nell’aula in cui si teneva l’incontro, mi sono seduta in prima fila, curiosa di sapere cosa ci avrebbe raccontato Andrea. Alcune classi dell’istituto erano lì presenti, molte altre erano collegate in videoconferenza. L’incontro è stato aperto dalla preside Ermelina Ravelli che ha presentato la storia di Andrea come una lezione di vita per tutti.
Andrea aveva un microfono ad archetto e mentre parlava camminava con le sue due stampelle e la sua gamba destra. Ci ha raccontato che all’età di 17 anni, il 28 agosto del 1990, ebbe un grave incidente motociclistico che gli causò l’amputazione della gamba sinistra, evento tragico che cambiò per sempre la sua vita. Ci ha raccontato che nei primi mesi dopo l’incidente le persone intorno a lui, e lui stesso, gli ripetevano continuamente tutto ciò che non avrebbe più potuto fare.
Andando avanti col tempo capì che doveva cambiare mentalità e chiedersi invece quali cose avrebbe potuto fare. Fortunatamente è sempre restata con lui la voglia e la forza di vivere ogni giorno della sua vita al massimo delle sue possibilità.
Andrea ha sempre praticato sport, ricavando da ogni allenamento uno stato fisico e mentale positivo che lo ha aiutato anche nella vita di tutti i giorni. La convinzione maturata in tutti questi anni che non fosse la mancanza di un arto a privare un individuo di fare della propria vita ciò che vuole, lo ha portato nel 2007 ad iniziare un’attività agonistica nel ciclismo Paralimpico accettando nuove sfide, ogni volta sempre più importanti. Continuando, con forza e determinazione, a credere in se stesso nel 2009 ha partecipato a gare internazionali di ciclismo per acquisire punti necessari per le qualificazioni alle Paralimpiadi di Londra 2012.
Nel 2010 decise di percorrere la strada carrozzabile più alta del mondo, situata in India, 700 km in 8 giorni in sella alla sua MTB, raggiungendo per la prima volta da un atleta amputato di gamba il KardlungLa a quota 5.602. Andrea ha proiettato un video realizzato da lui e dal suo compagno di avventura Stefano Mattioli durante la salita. E’ stato molto emozionante poter vedere l’esperienza di un uomo che ha sempre creduto e crede tuttora in se stesso, malgrado tutte le difficoltà che ha incontrato nella sua vita.
Sempre con molta determinazione nel 2011 volle partecipare alla Parigi-Brest-Parigi, l’olimpiade delle Randonnèe, 1.230 km da percorrere in un tempo massimo di 80 ore. Concludendola in 72 ore e 42 minuti, Andrea è stato il primo amputato al mondo, dal 1890, a riuscirci.
Nel 2012 ha iniziato anche un’importante avventura nel Paratriathlon (nuoto, bici e corsa), nel quale riuscì a conquistare la medaglia di bronzo ai Campionati Europei d’Israele, qualificandosi per i Mondiali a settembre in Nuova Zelanda. Nel 2013 vinse la medaglia d’argento ai Campionati Europei di paratriathlon in Turchia.
Nel 2014, insieme ad alcuni amici, ha ideato e concluso il 1° giro d’Italia Formativo, un progetto dedicato ai giovani, che vuole valorizzare le loro risorse, la fiducia in se stessi e l’autostima, consapevolizzandoli delle meravigliose capacità che hanno già dentro di loro.
Andrea, all’età di 17 anni, aveva davanti una vita in cui progettare obiettivi e sogni, si sentiva patrone del proprio futuro. L’incidente l’ha costretto a ripensare alla propria vita e ha compreso che è importante conoscere i propri valori ed essere consapevole dei propri talenti per poter scegliere il futuro desiderato. Fondamentali quindi sono le scelte che si fanno da giovani e il modo in cui si affronta la vita.
In conclusione dell’incontro, Andrea ci ha chiesto di fare con lui “brainstorming”, sottoponendoci un problema da risolvere insieme: come rendere più veloce la sua corsa con le stampelle. Molti ragazzi sono intervenuti e Andrea è stato molto coinvolgente. Dopo qualche minuto siamo arrivati ad una soluzione, insieme!
Personalmente mi ha colpito molto la sua forza e il suo coraggio. Questo incontro penso sia servito molto a noi ragazzi per capire che di fronte a qualsiasi difficoltà non ci si deve arrendere, ma bisogna sempre credere in se stessi con coraggio e determinazione.
Andrea infine ci ha raccontato che, a sei anni di distanza dall’avventura del 2010 in India, il prossimo estate, insieme a Stefano Mattioli affronterà un’altra straordinaria avventura, questa volta in Perù. 1.200 chilometri in mountain bike e 4 giorni di trekking per arrivare a Machu Picchu. In bocca al lupo Andrea!!
Di Irene Loda