Appena entrato in casa di Italo Laffranchi, la mia attenzione viene subito attirata da un quadretto appeso ad una parete. Si tratta di un documento che riporta il significato del nome Italo. Vi è scritto: “Italo: uomo operoso. Sa essere un lavoratore costruttivo. Dimostra interesse per l’arte.”
Italo è un artista per passione. Classe 1948, originario di Leno, vive dal 1961 a Manerbio con la moglie Rinalda.
“Ho svolto da sempre l’attività di agricoltore: amo la campagna e per professione coltivavo frutta e verdura. E poi tagliavo la legna!”. Complice il lavoro in mezzo alla natura, Italo fin da bambino sviluppa buone doti manuali: “Non ho fatto nessun tipo di scuola per imparare a realizzare le mie opere. Appena raggiunta la pensione, a causa di alcuni lavori che stavo svolgendo a casa, sono entrato in contatto con il materiale con cui ho realizzato tutte le mie sculture: il rame. Mi è sembrato fin da subito un buon elemento da lavorare, per via della sua malleabilità, e così ho iniziato a creare le mie opere”.
Il primo lavoro è un quadro: un albero in fili di rame che porta molti frutti. Ma Italo vuole provare qualcosa di più. E’ il 2001 quando costruisce nella sua prima scultura: la Torre Eiffel.
“E’ stato un lavoro lungo, come ogni scultura che realizzo. Bisogna preparare i modelli in legno, fissare i chiodini, tendere i fili, saldare, piegare il materiale… un lavoro certosino, che richiede molta manualità, tantissima pazienza e una buona dose di creatività.”
La riproduzione in rame della famosa torre parigina è solo la prima di una serie di sculture: Italo, negli anni, realizza il Ponte di Brooklyn, il Tower Bridge e l’Elizabeth Tower di Londra (più conosciuta come il Big Ben); per rendere omaggio al suo paese d’adozione, riproduce la Torre civica di Manerbio e poi ancora, il campanile di San Marco di Venezia, il Torrazzo di Cremona e il Golden Gate di San Francisco. “Nel tempo, partendo dai soli fili di rame, ho iniziato anche a lavorare con i laminati. Questo ha reso il lavoro più complesso: ogni scultura richiede circa un anno di lavoro.”
Nel 2011, in occasione del decimo anniversario della strage delle Torri Gemelle, Italo realizza la sua opera più complessa: la riproduzione del World Trade Center, con le due torri e la piazza. “Ci sono voluti quasi due anni di lavoro e ho lavorato principalmente con il ferro, in quanto il rame è troppo debole per le dimensioni dell’opera. Negli ultimi mesi ho lavorato sodo per ampliare il lavoro con tre nuove costruzioni e i giardini con le aiuole e le panchine.”
In questi anni, Italo ha esposto le sue opere tra Brescia, Modena, Milano e Piacenza. Ha ricevuto moltissimi premi e riconoscimenti: tra tutti, ha vinto per quattro anni consecutivi il primo premio nella sezione artigianato artistico presso la mostra dell’hobby di Castel San Giovanni (Pc). “Quando scelgo un opera da realizzare, sono due i sentimenti che mi muovono: da una parte c’è la sfida personale di cimentarmi in qualcosa di sempre più difficile da realizzare; dall’altra il desiderio che i miei lavori siano riproduzioni di opere conosciute, in modo che la gente possa identificarle e riconoscerle!”
Dal 2 dicembre e fino al 30 gennaio 2015, l’opera “World Trade Center” sarà esposta presso la ex Chiesa di S.Silvestro (ora filiale Cassa Padana BCC) in Piazza degli Arditi a Verona, a pochi passi dall’Arena. Sarà possibile ammirarla dal lunedì al venerdì, dalle 8.00 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 17.00. Ingresso libero.
Quando mi parla delle sue sculture, Italo ha una luce negli occhi che buca il cuore. “Mi piacerebbe cimentarmi nel Ponte di Rialto ora. Appena sarà possibile, mi rimetterò di nuovo al lavoro!”.
Ripenso a quel quadretto che mi aveva accolto all’ingresso. Sono sempre stato scettico su questo genere di cose, ma questa volta anche io ho dovuto arrendermi all’evidenza dei fatti: Italo è un vero artista.
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