Si è tenuta domenica 10 luglio l’annuale Assemblea dei Soci della Fondazione Dominato Leonense. L’incontro – inserito nella programmazione della Fiera di San Benedetto, tradizionale manifestazione organizzata dalla fondazione lenese – è stato l’occasione per condividere i progetti realizzati durante l’anno ed in particolare per presentare l’importante attività di ricerca archeologica sul Monastero longobardo di San Benedetto di Leno, che sta promuovendo fin dalla sua costituzione.
Ad illustrare le recenti scoperte era presente il prof. Fabio Saggioro, docente presso l’Università degli Studi di Verona, responsabile dell’indagine archeologica iniziata nel 2014 con la direzione della Soprintendenza per l’Archeologia di Brescia.
“Un sincero ringraziamento va alla Fondazione Dominato Leonense e a Cassa Padana per il sostegno dato in questi anni. Il settore dei beni culturali non sta vivendo un periodo felice; noi abbiamo avuto la fortuna di trovare dei partner che stanno supportando l’indagine con passione e con la curiosità di voler capire il proprio passato. Sono elementi che contribuiscono al grande successo di questa iniziativa. Ringrazio il dott. Andrea Breda, il prof. Angelo Baronio, la Regione Lombardia che ha sostenuto il progetto e tutti i miei collaboratori e le ditte che stanno lavorando.”
Il prof. Saggioro prosegue presentando quando emerso negli ultimi due mesi di lavoro:
“Abbiamo lavorato in due aree distinte. La necessità di aprire un nuovo scavo nel 2016 è stata data dall’esigenza di capire cosa succedesse in un altro settore rispetto all’area nord del monastero benedettino indagato negli scorsi anni. L’obiettivo era individuare i confini della grande abbazia nel periodo medioevale e capire meglio il rapporto fra questo spazio e il grande canale ritrovato lo scorso anno.
Nel settore nord-ovest già preso in esame abbiamo approfondito la conoscenza degli edifici in muratura, una serie di strutture che si pongono a pochi metri dalla sponda del canale, cercando di capire la durata e la vita in prossimità di queste strutture. Possiamo dire con grande certezza, osservando i materiali legati alle attività produttive e artigianali ritrovati a ridosso delle strutture, che nell’XI secolo questa era l’officina del monastero.
Molto più complessa è invece l’area est aperta quest’anno, dove è stato individuato uno dei limiti dell’area monastica. Da una prima analisi sono emerse le tracce di una staccionata, anteriore all’anno 1000, a ridosso di un fossato non molto profondo.
E’ successiva, datata intorno al X-XI secolo, la costruzione di una grande massicciata, realizzata con pietre e legno; un caso molto raro, se non unico, nel nord Italia!
Anche i materiali ritrovati, seppur non molti, sono di grande interesse perché forniscono informazioni sull’intensa attività di questo sito intorno all’anno 1000 e sugli scambi commerciali del monastero lenese con il resto d’Italia.
L’analisi di questi materiali fornirà sicuramente ulteriori informazioni per comprendere la situazione e la topografia del monastero.”
L’incontro si è concluso con la visita guidata all’area di scavo, condotti dagli stessi archeologici che in questi anni stanno lavorando e studiando il sito del monastero benedettino di Leno, un luogo che potrà fornire ancora moltissime informazioni sul passato della territorio lenese e delle aree circostanti.