Carlo Magno è stato a Leno?

Incontro del 9 maggio 2012
Relatore: Angelo Baronio, Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia
Titolo: CARLO MAGNO RE DEI FRANCHI, IMPERATORE DEL SACRO ROMANO IMPERO È VENUTO A LENO?

Fonti documentali purtroppo non ve ne sono, ma il Prof. Baronio ha provato a tracciare un quadro della situazione al tempo di Desiderio, ultimo re dei Longobardi, e Carlo Magno, ultimo Re dei Franchi e primo Rex Francorum et Langobardorum.

Quali erano le strade e i percorsi a quel tempo?
Via FrancigenaLa principale era in assoluto la via Francigena, la via che dall’Europa portava a S.Giacomo, Santiago de Compostela.
Vediamo che uno dei percorsi vedeva anche il passaggio per Leno verso i luoghi che conservavano le reliquie dei Santi che in epoca medioevale erano molto considerate. A Leno vi era il braccio di San Benedetto, portato da Montecassino all’epoca della Fondazione dell’Abbazia voluta da Re Desiderio.
I due monasteri di Leno e di Santa Giulia a Brescia, oltre che luoghi di lavoro e di preghiera, erano luoghi strategici, strumenti di governo di tutto il territorio.
Carlo, figlio di Berta e di Pipino il Breve, Re dei Franchi, alla morte del padre eredita, con il fratello Carlomanno, il Regno dei Franchi.
A Carlo viene attribuita la parte del nord (vicina alla Francia e Inghilterra), mentre a Carlomanno vanno la Baviera, la Svizzera e l’Italia (che allora non si chiamavano ancora così).

Carlo è continuamente impegnato in campagne militari per consolidare i Carlo_magnoconfini e conquistare nuove terre. Mentre è impegnato nella conquista degli Avari (che annienta) e dei Sassoni, muore il fratello.
La politica espansionista di Carlo Magno passa anche attraverso matrimoni di stato come con il Duca di Benevento e il duca di Baviera.
Desiderio aveva fatto un’alleanza matrimoniale con Carlo ma questo disegno dei Longobardi di espandersi verso i territori papali contando sul tacito assenso dei Franchi, storici alleati del Papa, non fa stare tranquillo il Papa che sollecita con sempre maggior insistenza Carlo perché intervenga per fermare i Longobardi.

Carlo non aveva nessuna intenzione di intervenire, ma la mossa del Papa di voler proclamare re i due figli di Carlomanno che con la madre Berta si erano rifugiati presso la corte di Desiderio, lo spinge ad intervenire militarmente.
Nel frattempo ripudiò anche la moglie, nonché figlia di Desiderio, Ermengarda.
Assedia la città di Pavia e nell’occasione si muove alla conquista delle città vicine con il suo esercito perfettamente addestrato dai “campi di maggio”, esercitazioni militari che si tenevano ogni primavera. Adelchi, figlio di Desiderio, prende con sé i figli di Carlomanno e li porta a Verona. Carlo muove alla volta di Verona, da Pavia e la strada più breve passa per Leno.
Il prof. Baronio, quindi, ipotizza (ed è solo un’ipotesi non esistendo fonti scritte) che fra le soste per rifocillarsi e far riposare i cavalli, Carlo si sia fermato al monastero di Leno anche per far “intendere” all’abate chi avrebbe avuto il potere dopo la sconfitta di Re Desiderio ormai stremato dall’assedio a Pavia e forse anche dalla peste..

A Verona la cognata e i due figli di Carlomanno muovono incontro a Carlo, si consegnano a lui mentre Adelchi abbandona Verona.
Carlo torna a Pavia e molto garbatamente nell’occasione di una seconda sosta al monastero di Leno concede all’abate la corte di Sabbioneta completando così il percorso del sale, di grande importanza per l’economia del tempo, di cui il monastero di Leno aveva il monopolio. Perciò, concludendo, la risposta alla domanda iniziale, argomento di oggi, non può che essere suffragata da deduzioni logiche, in mancanza di fonti documentali.

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