Si inaugura sabato 25 ottobre “Artifices“, un percorso che, attraverso i numerosi reperti esposti, mette in luce l’aspetto artistico del popolo longobardo. Lungo l’iter della mostra si conosce un popolo nuovo, non di soli guerrieri, ma di scrupolosi ed attenti artigiani alle prese con la lavorazione del ferro, la forgiatura di oggetti d’uso quotidiano e raffinati gioielli.
L’iniziativa, realizzata grazie alla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, alla Provincia di Brescia ed ai Comuni di Brescia e di Leno – in collaborazione con Brescia Musei, Brescia Mostre e le Fondazioni Cab, Civiltà Bresciana e Dominato Leonense – apre i battenti il prossimo fine settimana per rimanere visibile fino al prossimo 31 maggio 2009.
Una mostra che espone i risultati di recenti ritrovamenti e che si inserisce all’interno del progetto “Italia Langobardorum” che vede la città di Brescia candidarsi, insieme ad altri protagonisti del territorio tra i quali anche Leno, per diventare patrimonio dell’Unesco.
E, in attesa del verdetto, la Leonessa prosegue nell’opera di divulgazione del suo ricco patrimonio archeologico di età longobarda: intento di Artifices è, infatti, proprio quello di mostrare il ruolo fondamentale rivestito da Brescia all’interno del regno longobardo, come attestano i numerosi reperti rinvenuti nell’intero territorio provinciale.
Tra le scoperte più recenti si annoverano le necropoli di Calvisano, Porzano e Montichiari, oltre al sito di Leno, agli scavi nell’area del Capitolium di Brescia e all’abitato fortificato di Chiari, siti che hanno riportato alla luce numerosi reperti esposti per la prima volta in occasione della mostra Artifices, articolata appositamente in tre sezioni.
La prima, all’interno del Museo di Santa Giulia, dedicata alla ceramica longobarda; la seconda, in Palazzo Martinengo, che mostra la lavorazione dei metalli (grazie ai reperti di Porzano di Leno rinvenuti in 247 tombe ricche di corredi funerari composti da armi, fibule e guarnizioni in argento ed ottone che ben mostrano l’alto livello delle tecniche orafe longobarde).
La terza sezione della mostra si sviluppa, invece, all’interno del percorso proposto in Villa Badia a Leno volta ad illustrare, grazie ad un percorso didattico-esplicativo, quello che era il ruolo del monastero di San Bendetto sul territorio.