Nessuno, nemmeno gli studiosi, avrebbero mai potuto immaginare l’importanza e la quantità delle testimonianze storiche celate per secoli al di sotto della pavimentazione della Chiesa dei Ss.Nazaro e Celso. Si sapeva dell’esistenza di una villa romana in questo sito, ma ciò che è stato portato alla luce dall’archeologa Denise Morandi, con la supervisione dal dott. Andrea Breda della Soprintendenza per i beni archeologi, va oltre il semplice ritrovamento. Si tratta infatti di tasselli di storia, a partire dai primi secoli dopo Cristo, che possono contribuire a dare una spiegazione a quanto è avvenuto in tutta l’area della bassa pianura.
Domenica 28 giugno, alle ore 17.00, la presentazione di quanto è rimasto celato per secoli sarà affidata al dr. Andrea Breda e all’archeologa Denise Morandi, che ha diretto in prima persona le campagne di scavo. Il prof. Gabriele Archetti, docente presso l’Università Cattolica di Brescia, esporrà dal punto di vista storico la funzione e l’importanza della chiesetta nei tempi antichi.
Archeologici e studiosi racconteranno del patrimonio storico rinvenuto, una presentazione con pannelli didattici, fotografie e ricostruzioni virtuali aiuteranno a ricreare nella nostra mente le strutture e la vita presso la chiesetta nei tempi passati.
Anche durante la Fiera di San Benedetto, l’11 e il 12 luglio, ci sarà la possibilità di partecipare alle visite guidate gratuite tenute proprio dall’archeologa che ha realizzato le campagne di scavo. Occasioni da non perdere: infatti gli scavi rimarranno aperti solo fino al mese di ottobre. Dopodiché, per motivi di buona conservazione delle strutture, saranno ricoperti e realizzata la pavimentazione definitiva.
Appuntamenti quindi da non perdere domenica 28 giugno e 12 luglio: appassionati, studiosi, la comunità di Leno che da sempre ha frequentato questo luogo potranno scoprire una cronologia di fatti e uno spaccato di vita dei nostri avi che ora è stato possibile ricostruire attraverso i numerosi ritrovamenti celati per secoli all’interno della chiesa e che il minuzioso e fondamentale lavoro dell’archeologa Denise Morandi ha portato alla luce.