Una strage dimenticata, raccontata dagli occhi dei bambini. Una strage tenuta volutamente celata per non compromettere equilibri politici che si erano creati durante la Seconda Guerra Mondiale. Martedì 26 gennaio alle ore 20.45 presso Villa Badia a Leno (Bs), in occasione della settantunesima Giornata della Memoria, l’Associazione Culturale Teatrale “CaraMella” di Leno propone lo spettacolo “Una mattina d’agosto”, che ripercorrerà una delle pagine più tristi e crudeli della storia italiana durante il secondo conflitto mondiale: la tragedia di Sant’Anna di Stazzema.
Estate 1944, l’ultima estate di guerra. Per sottrarsi ai rischi della zona di guerra, la popolazione della piana dell’appennino è costretta a sfollare. È così che Sant’Anna di Stazzema, un piccolo paesino di mezza montagna, raggiungibile solo attraverso le mulattiere, comincia ad accogliere molti rifugiati e vede quadruplicare la propria popolazione, che raggiunge i 1.500 abitanti.
All’alba del 12 agosto, tre reparti delle SS salgono a Sant’Anna e circondano il paese. La popolazione, pensando ad un’operazione di rastrellamento, si divide: gli uomini scappano nei boschi, per evitare la deportazione in Germania, mentre donne e bambini restano rintanati nelle proprie case. I nazisti raccolgono circa centocinquanta persone, le conducono nel piazzale antistante la chiesa e aprono il fuoco. Nel frattempo altre SS entrano in ogni casa, rastrellano tutti i presenti e li rinchiudono nelle stalle e nelle cucine delle case, proseguendo con l’eccidio.
In tutto le vittime saranno oltre 560, per la maggior parte bambini, donne e anziani.
La scoperta di questo drammatico episodio, che racconta l’orrore e la crudeltà della guerra, fu casuale: un magistrato, svolgendo alcune indagini, portò alla luce dei fascicoli contenenti centinaia di documenti sulle stragi nazifasciste in Italia. Quei documenti vennero minuziosamente conservati all’interno di un armadio, opportunamente nascosto affinché nessuno venisse a sapere. Solo dopo sessant’anni le vittime hanno ottenuto giustizia, in un processo purtroppo soltanto alla memoria.
Una serata per dar voce ha chi non ha più voce, ricordando coloro che sono caduti in nome della nostra libertà. Perché tutte le nuove generazioni conoscano l’orrore della guerra; perché questa crudeltà non abbia mai più a ripetersi. Per non dimenticare.
Introduce la serata il Prof. Giovanni Fiora. L’ingresso alla serata è libero.
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